Pianeta
Terra, 21 marzo 2021
Caro
Gesù, sono confuso.
Lo sai
che credo fermamente in Te e credo che con il Padre e lo Spirito Santo sei l’unico
Dio; e che pur avendo avuto, e avendo, un’esistenza serena e dignitosa, non
desidero altro che venire da Te.
Tu sai,
pure, che sono consapevole di essere parte della Chiesa Cattolica, che
riconosco l’Autorità religiosa del Papa e del clero, che accetto tutto ciò che
è verità di fede o dogma; che ho partecipato e partecipo ai Sacramenti, avendo
dato una mano in Parrocchia quando ho potuto; e che, purtroppo, ho contribuito
consapevolmente all’imperfezione di Madre Chiesa con le mie mancanze, i miei tradimenti,
la mia debole e vile umanità.
Caro
Gesù, la mia confusione deriva dal fatto che, ora che sono vecchio, ho
realizzato che non c’è stata sempre concordanza fra: “Ciò che mi è stato
insegnato e quello che di Te ho capito desiderando comprendere appieno il tuo
messaggio”. C’è stata discrepanza fra l’insegnamento proposto e la vita reale.
Questo
mondo è troppo intriso di ingiustizia, ma non devo certo raccontarlo a Te! E
sono convinto che ciò non dipenda dalla Tua proposta di vita e dal Tuo esempio,
che costituiscono quanto di più grande e illuminante abbia potuto sperimentare
l’umanità, quanto piuttosto da due circostanze.
La prima,
è che non sei stato riconosciuto completamente: Tu sei la Via e la Vita, non la
Verità. Eppure, davanti a Pilato hai affermato di essere venuto per rendere
testimonianza alla verità, anche se non hai risposto alla domanda su cosa essa
fosse. Forse sapevi che solamente con il Tuo sguardo e il silenzio gli avresti
consentito di riandare per un attimo nel profondo del suo animo e al ricordo di
un’incancellabile gioia infantile: “la Verità è quando il tuo animo esplode di
grandezza per averla affermata”. “Tu sei la Verità”. Infatti, Pilato uscì per
cercare di salvarti. Ma, già prima i Salmi ne avevano riconosciuto il valore redentivo:
“Verità sgorgherà dalla terra e Grazia dal cielo” e Tu ne avevi parlato ai tuoi
discepoli: “…Conoscerete la Verità e La Verità vi renderà liberi!”
La
seconda, è che spesso vieni chiamato in causa considerando la Tua vita e il Tuo
messaggio non nell’insieme, ma estrapolando episodi e affermazioni. Nella Tua
umanità sei stato figlio e falegname; sei entrato sempre più in simbiosi con
Dio; hai guarito, compiuto prodigi, hai gridato contro l’ipocrisia e la
falsità; hai scacciato malamente i venditori dal tempio e, alla fine, prima di
affrontare la Tua tremenda e totalizzante Passione, hai riassunto in un’unica
parola e in un’unica legge il fondamento dell’esistenza umana: l’Amore. Amore
con tutto ciò che comporta, Misericordia, Perdono, Servizio, Abnegazione; ma
anche dovere di indirizzare al Bene comune e di impegnarsi per la Giustizia,
l’Equità, e la Pace.
Poi, se
non ho capito male, non è sufficiente aiutare i derelitti; ancor prima bisogna
contribuire a cambiare l’animo umano, il nostro animo, perché di derelitti ce
ne saranno sempre. È un comportamento ipocrita l’offrire denaro per i poveri e
non impegnarsi, nella propria vita e nei propri specifici uffici, alla
realizzazione della Giustizia e dei valori cristiani; salvezza dell’intera
umanità, non solo dei cristiani.
Su questa
terra non è possibile estirpare tutto il male, perché esso è indotto
nell’essere umano dal demonio. Con la sola beneficenza si potrà assistere,
sempre, solo una minoranza infinitesimale della popolazione mondiale. Se non si
redime l’animo umano, iniziando dal proprio, e non si perseguono Verità,
Giustizia e Amore (misericordia e educazione), questa minoranza non crescerà
mai!
È un
unicum che va tenuto presente perché, se non proposto correttamente, può
condizionare l’esistenza delle persone, specie quando si tratta di anime
semplici e pacifiche, come io sono stato. Altrimenti, invece di concorrere alla
realizzazione del tuo Regno su questa terra, la si ostacola.
Si può
richiamare solo la Misericordia e il Perdono di fronte alla violenza becera nei
confronti di un indifeso; mentre nello stesso momento non vengono condannati
veementemente i meccanismi che rendono gli esseri umani degli orchi? A chi gli
violentano un caro, cosa è richiesto? Offrire anche i rimanenti? E quando nella
vita civile, e persino religiosa, si vedono ingiustizie, “preferitismi”, abusi,
falsità, bisogna forse coprirli? È questo ciò che tu vorresti da noi, Gesù?
Forse vorresti che noi fossimo complici, lasciando che ai posti di potere
continuino ad arrivare i mediocri, gli avidi di gloria e di denaro, i furbi, i
disonesti, i ladri e i violenti? Anche se non con la violenza, ma proclamando
il vero?
Il Tuo
“non giudicare” è un invito al silenzio, o non piuttosto una sollecitazione a
non essere invidiosi e a utilizzare un metro di giudizio assolutamente preciso,
idoneo a misurare prima di tutto noi stessi? Un invito a condannare decisamente
i comportamenti, mirando a indirizzare al bene la singola anima, “Perché nulla
vada perduto”? Sebbene qualcosa andrà perduto. Non bisogna forse combattere con
veemenza la falsità, l’ingiustizia e l’indegnità del potere, piuttosto che
esservi conniventi, caricando i semplici di pesanti pesi?
A me pare
di aver capito che tutta la relazione con Te, con Dio, sia comunque intrisa di
mistero. C’è sempre qualcosa che sembra far vacillare le nostre certezze;
qualcosa che convince o non convince del tutto, persino nella santità.
Tu, alla
fine, non hai detto cosa fare, salvo a condannare apertamente l’ipocrisia. Il
tuo metro è l’Amore, quello che tu hai incarnato, anche quando gridavi,
indirizzavi, rimproveravi: il Tuo obiettivo era sempre la salvezza dei tuoi
interlocutori e la lotta contro il demonio. Forse, non è male quello che
costruiamo nei nostri meschini schemi mentali, ma quello che produce falsità,
cattiveria e imbarbarimento della società; prima che del singolo essere umano.
E
tuttavia, può poi accedere che Tu chiami dei “piccoli” a seguirti in maniera
particolare, quelli che chiamiamo Santi, e, dunque, non li contraddistingui con
la normalità e con l’eleganza, ma con la Tua Grazia, che esprime una grandezza
sovrumana, unica espressione di Te. Vite che non sono per tutti, ma che sono
fari per tutti.
Caro
Gesù, lo sai, io sono un ragioniere, un po’ come il tuo Apostolo Matteo, e per
di più cresciuto in uno Studio Fotografico; uno abituato a registrare e a
riferire con puntualità quanto gli è dato di osservare e vivere. Questo mondo è
troppo poco intriso di Te. Ci deve essere qualcosa che non ha funzionato; e
questo non sei Tu; siamo noi!
Tra
l’altro proprio questa pandemia, Prima Guerra Globale Conclamata, che produce
morti, isolamento e miseria, ci induce ad una seria riflessione. Senza contare
le altre Guerre silenti che provocano la Fame, la Violenza, lo Sfruttamento,
l’Ingiustizia, la Miseria, nonché lo spregio della Vita umana, dell’Ambiente e
dell’altro essere. E, soprattutto, il primato del denaro e del potere messi a
servizio degli interessi di pochi, che relegano all’indigenza e all’anonimato
molti.
A me
sembra che ai singoli e all’umanità sia chiesto un prerequisito per ottenere
Grazia e intimità con Dio: imparare ad essere veri e sinceri, prima di tutto
nei confronti di sé stessi.
Caro
Gesù, avviandomi verso la fine dell’esistenza, mi cruccio di aver scambiato la
Misericordia per viltà e di aver fatto meno di quanto avrei desiderato: è
perché non avevo i Carismi o perché li ho barattati con una vita tranquilla?
Egoisticamente, rende di più il lavarsi le mani e il tirarsi indietro, che non
il lanciarsi a capo fitto alla ricerca di un mondo migliore; ciò che può
costare anche la propria vita. Ma Tu hai affermato che chi perderà la sua vita
per Te, la guadagnerà; non chi se la spasserà.
Ho
cercato di gridare la verità, magari in modo sbagliato e confuso, come don
Chisciotte contro i mulini al vento. Ho salvato, per la Grazia ricevuta nel
Matrimonio e non per merito, la famiglia che Tu hai voluto affidarmi; spero di
non aver sotterrato del tutto i miei talenti, e ti offro quel poco ho. E,
tuttavia, sono convinto che non mi salverò per quello che Ti potrò presentare
fin quando vivrò, ma per l’immensa Tua Misericordia e per il fatto che, pur
traditore, Ti voglio sinceramente bene e mi affido completamente a te, al Padre
e allo Spirito Santo, cui rendo continuamente gloria. Amen.